Nonostante nei Paesi industrializzati, uno dei principali rischi per la salute associato ai cambiamenti climatici sia rappresentato dall’aumento della frequenza e dell’intensità di episodi di ondate di calore, risulta ancora poco diffusa la conoscenza dei rischi che ne derivano e degli strumenti disponibili per gestirli.
Con una nota di aggiornamento pubblicata il 24 giugno 2024 Confindustria cerca di riassumere i principali strumenti a disposizione delle imprese:
- Consultare i bollettini sulle ondate di calore disponibili per 27 città nella sezione dedicata del sito del Ministero della salute (salute.gov.it).
- Svolgere un primo screening dei rischi legati allo stress da caldo per i lavoratori attraverso il prototipo di piattaforma Worklimate2.0, ovvero un sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale derivato dalla collaborazione tra INAIL e CNR. Sulla piattaforma impostando la tipologia di attività fisica (moderata o intensa) e l’esposizione al sole (diretta o all’ombra) è possibile ottenere delle mappe che mostrano la previsione del rischio caldo fino a tre giorni, per quattro momenti della giornata corrispondenti alle ore 8, 12, 16 e 20, per un lavoratore standard (altezza: 175 cm; peso: 75 kg), sano (senza condizioni individuali di suscettibilità termiche) e non acclimatato al caldo.
- Predisporre un termoigrometro nei luoghi di lavoro termicamente più critici affinché un lavoratore incaricato possa tenere monitorate le condizioni microclimatiche. Attraverso questo strumento è possibile rilevare temperatura e umidità relativa del locale e ottenere per mezzo di un calcolatore (accessibile a tutti sul sito del Portale Agenti Fisici) una prima indicazione della fascia di rischio in cui si trova l’ambiente di lavoro considerato e le misure di gestione del rischio da mettere in atto;
- Attuare cambiamenti nell’organizzazione delle attività e adottare misure di tutela individuali. Il Vademecum del Ministero del lavoro e la Guida dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro suggeriscono diversi metodi di gestione del rischio da calore facilmente adottabili dalle imprese. Alcuni tra i quali: favorire modelli di lavoro flessibili, come la rotazione del lavoro; pianificare il lavoro fisicamente impegnativo quando fa più fresco (mattina presto/tarda sera); limitare il tempo al caldo e/o aumentare il tempo di recupero trascorso in un'area fresca; fornire adeguate quantità di acqua potabile fresca (10-15 °C) vicino all'area di lavoro e molti altri (Vademecum del Ministero del lavoro; Guida EU-OSHA);
- Valutare la sospensione delle attività in caso di temperature elevate. Come riportato nel Messaggio INPS n. 2729 del 20/07/2023, il datore di lavoro può invocare il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causale “eventi meteo” laddove le temperature risultino superiori a 35° centigradi (può essere presa in considerazione anche la temperatura percepita).
Restiamo a disposizione per ulteriori dettagli.