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Ambiente

Indagini tecniche in ambito di vita e lavoro

Siamo in grado di effettuare in autonomia una serie di indagini sui parametri fisici che caratterizzano gli ambienti di vita e di lavoro. Disponiamo di strumentazione all’avanguardia e di professionisti qualificati ed esperti.

Misure di velocità dell’aria e verifica efficienza impianti di aspirazione

L’efficienza di un impianto è data dalla rispondenza costruttiva dell’impianto al complesso di regole di fluidodinamica e di igiene industriale. La capacità dell’impianto di ridurre l’esposizione professionale dei lavoratori ne costituisce invece l’efficacia.

Gli impianti di aspirazione sono dispositivi di prevenzione la cui funzione è quella di captare e allontanare gli inquinanti liberati nel corso del processo produttivo. Tali impianti devono essere adeguatamente progettati al fine di assicurare una piena efficienza e garantire il risultato atteso.

Il primo passo per garantire l’efficienza di un impianto di aspirazione è la corretta progettazione dello stesso, in particolare il corretto dimensionamento dell’impianto in relazione alla portata aspirante. Il calcolo della portata deve infatti considerare tutti i parametri che possono influire nella loro captazione (geometria della sorgente, tipo e caratteristiche fisiche dell’inquinante, velocità con cui viene emesso, correnti d’aria nell’ambiente, perdite di carico nei gomiti delle canalizzazioni). Sulla base della portata necessaria è possibile dimensionare correttamente tutti i componenti dell’impianto, così da garantirne un funzionamento efficente ed efficace.

Il concetto base per la verifica di efficienza di un impianto nella pratica della ventilazione industriale è la velocità di cattura, definita come la velocità dell’aria, misurata in qualsiasi punto di fronte alla cappa o alla bocca di aspirazione, necessaria per contrastare le correnti d’aria e catturare l’inquinante forzandolo ad entrare nella cappa.

La velocità di cattura viene scelta in base a determinati parametri ingegneristici e tiene conto delle dimensioni della cappa, del posizionamento della stessa, della pericolosità degli inquinanti, della velocità e della direzione con cui l’inquinante viene emesso dalla sorgente.

Altre velocità di riferimento possono essere: la velocità frontale, la velocità attraverso la fessura, la velocità nella camera e la velocità nel condotto.

Misure e valutazione del rischio illuminamento

La conoscenza della natura della luce e delle grandezze utili a misurare le sensazioni che questa produce nell’uomo sono importanti per descrivere l’ambiente visivo ed individuare i parametri ed i fattori che condizionano l’affidabilità della prestazione visiva nei luoghi di lavoro.

Ciò che definiamo radiazioni luminose o più semplicemente luce, sono le radiazioni elettromagnetiche che l’occhio umano è in grado di percepire e precisamente quelle che hanno una lunghezza d’onda, nel vuoto, compresa tra 400 e 780 nanometri.

All’interno di un ambiente di lavoro, l’illuminazione deve essere tale da soddisfare tutte le esigenze umane fondamentali quali una buona visibilità, il comfort visivo e la sicurezza. Per soddisfare queste tre esigenze fondamentali è necessario riferirsi a parametri qualitativi e quantitativi definiti per i sistemi di illuminazione naturale ed artificiale.

Un’illuminazione adeguata e appropriata permette alle persone di svolgere in modo efficace e accurato i compiti visivi, tra cui i compiti svolti per un periodo prolungato di tempo e di natura ripetitiva. Il livello di visibilità e confort richiesto in un’ampia gamma di posti di lavoro dipende dal tipo e dalla durata dell’attività, L’illuminazione inoltre incide sui ritmi circadiani dell’umore, nonché migliora il nostro rendimento e benessere.

L’impianto di illuminazione progettato, installato e messo in funzione deve fornire un’illuminazione di buona qualità, efficace ed efficiente per le esigenze degli utenti, considerando le specifiche esigenze degli stessi.

Mantenere i corretti requisiti illuminotecnici delle postazioni di lavoro incide in maniera diretta anche con il livello di rischio presente in azienda. Un’illuminazione insufficiente può comportare la riduzione della capacità visiva con conseguenti disturbi fisici, diretti e indiretti, tra cui l’affaticamento visivo con mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione, i disturbi muscolo-scheletrici e l’affaticamento mentale con ansia, depressione e insonnia.

Le carenze dell’ambiente luminoso possono rappresentare, inoltre, un’aggravante e compromettere lo svolgimento dell’attività ed il movimento dei lavoratori in condizioni di sicurezza, incrementando così il livello minimo di rischio.

In fase di progettazione e valutazione dell’ambiente luminoso e verifica del rispetto dei principi di prevenzione occorre affidarsi a normative e documenti tecnici di riferimento che definiscono valori limite e requisiti dei parametri illuminotecnici di interesse.

Il riferimento principale per la valutazione del rischio, basata generalmente su misure strumentali (lux), è la Norma UNI EN 12464-1.

Misure e valutazione dei rischi inquinanti

Il monitoraggio degli inquinanti aerodispersi prevede la rilevazione e misurazione degli agenti presenti nell’aria che si possono rivelare potenzialmente pericolosi per l’ambiente o per la salute dei lavoratori, onde tutelare al meglio le condizioni igienico sanitarie degli stessi.

La presenza dell’inquinamento da sostanze chimiche nell’ambiente di lavoro può divenire, a seconda della concentrazione raggiunta dagli inquinanti nell’aria respirata dai lavoratori, di notevole rischio e/o nocumento.

Si rende necessario, pertanto, il controllo periodico delle condizioni di inquinamento di ogni ambiente di lavoro, per verificare e individuare la tipologia di inquinamento chimico presente e valutarne le concentrazioni.

La valutazione deve essere eseguita da qualsiasi attività artigianale o industriale che produce, durante le fasi di lavorazione, dei microinquinanti (polveri, fumi, vapori, etc.) che si disperdono nell’aria degli ambienti di lavoro. Alcuni inquinanti possono essere dispersi in ambiente di lavoro anche dove non siano previste lavorazioni specifiche (es. depositi o uffici) se sono comunque presenti particolari sorgenti quali materie prime estremamente volatili o manufatti contenenti amianto.

La presenza dell’inquinamento da sostanze chimiche nell’ambiente di lavoro può divenire, a seconda della concentrazione raggiunta dagli inquinanti nell’aria respirata dai lavoratori, di notevole rischio nei confronti del personale esposto.

I lavoratori, infatti, rischiano la possibilità di intossicazione acuta, quando vi è un innalzamento improvviso della concentrazione degli inquinanti nell’aria, superando la soglia di tossicità e la possibilità di malattie professionali, quando i lavoratori sono soggetti a prolungate esposizioni anche se a bassi livelli di sostanza inquinante.

Di conseguenza vi è la necessità di controllare periodicamente le condizioni di inquinamento di ogni ambiente di lavoro, per verificare e individuare la tipologia di inquinamento chimico presente e di valutarne le concentrazioni.

Il riferimento principale per lo svolgimento delle valutazioni è dato dal Titolo X del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i..

Misurazioni gas radon

Il radon è un gas nobile radioattivo, inodore ed incolore, prodotto dal decadimento radioattivo dell’uranio. Le quantità di radon presenti nel terreno e nelle rocce variano a seconda delle caratteristiche geomorfologiche. A causa delle sue caratteristiche chimiche, il radon può diffondere dal luogo in cui si forma e raggiungere lo spazio esterno: all’aperto si disperde e si diluisce mentre in ambienti chiusi può accumularsi, raggiungendo a volte concentrazioni rilevanti. L’inalazione del gas radon in concentrazioni elevate è la principale causa di tumore al polmone secondo solo al fumo da sigaretta.

La misurazione del radon viene effettuata affidandosi a dei dispositivi chiamati dosimetri:

• il CR-39 per indagini long-term (durata 1 anno);

• l’E-Perm per indagini short-term (durata 1-2 settimane).

Tali dispositivi permettono di misurare le concentrazioni di radon indoor rispettando gli standard di qualità previsti dalla normativa vigente garantendo alla committenza la miglior panoramica nell’ottica della scelta di eventuali misure di mitigazione del rischio.

Attività:

• Relazione tecnica per la valutazione della concentrazione del gas radon in ambienti indoor ai sensi della D.Lgs. 31 Luglio 2020, n. 101;

• Relazione tecnica sull’adozione dei criteri di progettazione, sistemi e tecniche costruttive ai sensi del Decreto Regionale N. 12678 del 21.12.2011 “Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor”

Monitoraggio legionella